Mtbvagando






 






























Si parte dal parcheggio dai Parpari alti e si imbocca subito sulla destra il sentiero n.250 che ci porterà a Passo Malera. Dopo poco incontriamo, sempre sulla  destra, il sentiero che arriva a Giazza detto sentiero delle Gosse(questo sarà argomento per altro giro), ma non lo consideriamo e proseguiamo diritti. La salita non  è impegnativa e diventa discesa fino a malga Malera di Sotto, dove prendiamo sulla destra. Una salita più impegnativa ma pedalabile ci porta a Passo Malera. I resti di trincee della Prima Guerra Mondiale  ci dimostrano che anche qui hanno vissuto, anche se non in modo operativo, i  momenti di quel triste periodo.



Passo Malera



















 


















Parpari e Valpadana



































Val di Illasi

























Passiamo fra Castel Malera e Cima Trappola sul sentiero n.287 lasciando alla nostra destra Rif.Gaibana e ci portiamo in direzione San Giorgio dove, attraverso una bella discesa fra pratoni e una  vecchia strada forse militare ma ben visibile, ci immettiamo sempre sul n.250 all’altezza di Pozza di San Giorgio.


























Vista dal Monte Tomba























Si riprende la salita verso Malga Gaibana , Pozza Morta per giungere con un  tratto abbastanza duro ma fattibile a Monte Tomba. Siamo in cima  ci gustiamo il panorama, facciamo uno spuntino e si riparte ma questa volta in discesa verso Sorgente Chiaranella e Rif. Podesteria. Ora alterniamo la strada sterrata con dei single track che segnano il confine tra la provincia di Trento e quella Verona, come una volta lo delimitavano fra Italia e Austria; di ciò ne sono testimonianza i cippi di confine ancora visibili e alcuni in buono stato. Qui il nostra sguardo può spaziare a 360° dalla pianura veneta alle alte vette Dolomitiche e sempre su di noi fa da sentinella il gruppo del Carega.



Cippo di confine






















Siamo giunti a  Monte Castelberto. Il panorama sulla Valdadige, Rovereto, Trento, Dolomiti di Brenta e Monte Baldo è da mozzafiato. Facciamo una sosta al punto di osservazione e quindi ci dirigiamo al Rif.Castelberto. Questo era una volta una caserma della finanza che è stata ristrutturata con molto gusto dalla famiglia Scandola e dedicata al padre. Si mangia molto bene e vale la pena fermarsi ad assaggiare i piatti tipici locali.



Targa commemorativa



















Rif.Castelberto





















Scendiamo verso  Sega di Ala. Percorriamo il n.111 per un breve tratto per girare a destra verso Malga Coe di Ala ed immetterci sul n.180 che ci porterà, con una strada sterrata  abbastanza ampia, fino al ristorante di Sega di Ala. Divoriamo qualche panino e beviamo qualche bibita, quattro chiacchiere in allegria e si riparte. La compagnia è veramente divertente e abbiamo creato una bella armonia. Qualcuno lancia l’idea: “Visto che siamo qui perché non andiamo ai Busoni?” Non era nel nostro programma ma essendo vicini decidiamo di andarci e partiamo in direzione Villaggio San Michele.
Seguiamo una strada militare che si addentra nel bosco tra alberi  e cespugli fino ai Busoni, chiamati così perché sono delle gallerie che attraversano la montagna e sbucano a strapiombo sulla Valdadige. Nella Prima Guerra Mondiale erano postazioni di cannoni che proteggevano la pianura Veneta da una eventuale avanzata Austriaca. Da lì erano sotto tiro Rovereto e la valle sottostante. Anche qui   il panorama merita ma facciamo attenzione poiché siamo su uno strapiombo.
Ripercorriamo la galleria in senso inverso e orientandoci  con il chiaro che intravvediamo alla fine. Una foratura dopo tanta strada è accettabile  e ci dà l’occasione per fare il punto della situazione e decidere che sentiero prendere per diregerci verso Corno D’Aquilio.
Ritorniamo a Villaggio San Michele per prendere subito a destra in direzione Malga delle Cime, dove la traccia di sentiero si fa dura e siamo costretti a scendere dalla MTB e spingere. Per fortuna  lo strappo dura poco e risaliamo in MTB per passare sotto il Passo della Morte, nome appropriato dopo la fatica; ci ricolleghiamo allo sterrato che proviene da Sega di Ala all’altezza di Fonte Costabella (forse abbiamo allungato ma ne valeva la pena).
Giungiamo  alla Fonte del Colle e risaliamo per Casara Preta di Sopra  dove ci dividiamo. Un gruppo ci aspetta a Casera Preta di Sotto mentre noi proseguiamo. Prendiamo il sentiero n.220, fino alla cima del Corno.
Alcune foto di rito e poi giù per i pratoni e single track divertentissimi  fino alla Spluga della Preta.
Alla nostra destra  lasciamo la Grotta del Ciabattino, che merita d’essere visitata,e il gruppo si ricompone. Ora ci aspetta una discesa  molto tecnica e tosta. Faccio le raccomandazioni del caso e parto con molta prudenza. Siamo tornati sul sentiero n.250 che ci porterà in contrada Tommasi e poi a Fosse. Possiamo dire che la Translessinia è terminata ma noi dobbiamo arrivare ancora a Verona.
Dopo una sosta ad un bar di Fosse prendiamo su asfalto e passiamo da Sant’Anna  d’Alfaedo, Cona, Vagimal, Corrubio e Fane dove giriamo a sinistra per Madonna delle Salette. Qui al Capitello giriamo a destra e passando sotto monte Comun seguiamo dei single track per arrivare a Montecchio.
Continuiamo sulla strada per Grezzana e giunti in località Case Vecchie, non ancora appagati,ci divertiamo in un bellissimo single track nel bosco che ci porta in località Gasperi: siamo sulle Torricelle e seguendo la dorsale arriviamo a Verona.
La nostra fatica è finita ma il ricordo di questa bellissima giornata rimarrà nelle nostre menti per sempre.  Un grazie ai compagni di avventura  Lorena, Dimitri, Roby, Andrea (cactus),Sergio e Paolo (er capoz)








































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