km 31
Pendenza max salita 28%
Pendenza max discesa 38%
Dislivello 760
Sono al Bus della Nef delle Coe, la giornata è serena e l’aria pungente.
Controllo d’avere tutto l’occorrente, infilo lo zaino, metto i guanti e
indosso il casco. Un ultimo controllo alla cartina e inforcata la fida
MTB in direzione Monte Maggio.
Il primo tratto è una
vecchia strada militare larga e ben pedalabile, ma in salita, che mi
porta all’arrivo di una vecchia teleferica. Ora la pendenza si fa più
dolce ed entro nel bosco. Il silenzio è rotto dai rumori della
vegetazione e dal ritmo della mia pedalata. Ad un tratto odo un rumore
più forte, guardo avanti ed ecco sulla strada una coppia di camosci. Mi
osservano per capire le mie intenzioni e velocemente, così come sono
arrivati, scompaiono giù per il pendio lasciandomi stupefatto.
Continuo a pedalare ed arrivo ad un bivio che conosco bene per averlo visto la settimana prima.
Sì
la settimana prima ero qui con due amici per fare questo stesso giro,
ma purtroppo, per un guasto meccanico, ho dovuto rientrare. Mi era
ripromesso di ritornare ma ho dovuto farlo da solo. Di solito girare da
solo in MTB può essere pericoloso, ma questa zona è abbastanza battuta e
io la conosco bene; quindi ho rischiato.Sentiero in cengia |
Siamo quasi in cima |
La settimana prima avevo preso il bivio a destra ed era stata dura, quindi questa volta vado a sinistra sul sentiero E5 fino ad incrociare una strada militare che punta diritta al Monte Maggio. Il tracciato è con pendenza costante fino alla cima.
il Tinto contempla il panorama |
Monte Maggio (Fausto e Carlo) |
Giungo alla croce da dove si possono vedere tutti i luoghi tristemente noti per la grande guerra. Il monte è stato un importante punto di difesa delle nostre linee, sono presenti trincee restaurate negli anni.
Una
barretta e decido di scendere dal sentiero fatto la settimana prima in
salita. Sono in cengia, la discesa è bella ma attenzione: cadere sulla
sinistra significa fare un bel volo nella scarpata.
Sono
ritornato al bivio di prima e questa volta prendo a destra e vado a
Passo Coe, da dove prendendo a sinistra mi dirigo in direzione
Ristorante Camini e Forte Sommo Alto. La strada è ben battuta e larga
fino al Forte. Qui mi fermo a riposare ed essendo un luogo panoramico
(come quasi sempre dove si trovano i forti) osservo il paesaggio.
Proseguo in discesa verso il Rifugio Stella Alpina dove mi fermo per
controllare la carta. Decido di fare una deviazione per non giungere
subito al Passo del Sommo e imbocco un sentiero a destra. I miei ricordi
del posto mi dicono dove sono e quindi vado tranquillo. Il bosco è
fitto e si vede che non è molto battuto ma ti fa sentire tutt’uno con la
natura. Dopo circa un Km imbocco una traccia di sentiero alla mia
sinistra che molto ripidamente mi porta sulla strada che conduce a Malga
Ortesino. Questa traccia è da fare con molta prudenza anche se il
fondo è buono, per la notevole pendenza. Sono a Malga Ortesino e riposo
sdraiato sul prato accanto alla mia Mtb. Guardo le nuvole che passano
sopra di me e mi rilasso cercando di non pensare a niente.
Dopo
20 minuti sono già in sella in direzione Passo del Sommo dove mi
rinfresco con una bibita allo Chalet. Riprendo il mio percorso verso il
paesino di S.Sebastiano e, attraversato il paese, imbocco un single
track sulla sinistra che mi conduce al paese di Carbonare. Questo è un
bellissimo sentiero tutto in discesa che si percorre velocemente stando
attenti alle improvvise deviazioni.
Giunti
nella piazza del paese proseguo diritto in direzione Lavarone. Dopo la
prima curva (quella delle grotte perché sono presenti vecchi ricoveri
della grande guerra) continuo per circa un Km e prendo sulla destra un
sentiero in salita(trekking dei forti) che mi porterà all’osservatorio
Austriaco. Il tracciato è un po’ sconnesso ed in un punto sono costretto
a scendere per la pendenza e per il fondo smosso da recenti lavori di
manutenzione.(Sono solo 100mt)Risalgo e dopo poco sono all’osservatorio.
Da qui è possibile vedere tutti i forti della zona in quanto questo era
un punto di segnalazione luminosa con essi. Mi guardo attorno e osservo
pensando come poteva essere qui la vita 100 anni fa al tempo delle
ostilità; sicuramente non così tranquilla come in questa bellissima
giornata.
Ripercorro
all’inverso la strada fatta per 500mt. Imbocco, sulla destra, una
traccia di sentiero che ricalca la vecchia strada militare che dal lago
di Lavarone risaliva all’osservatorio. E’ ripidissima e sono costretto a
portarmi indietro per bilanciare il peso.
Dopo
poco sono sulla riva del lago e osservo questo specchio azzurro dove
si rispecchiano i boschi circostanti. Faccio il giro del lago e prendo
un sentierino che mi porterà a Lavarone Cappella, dove ha fine il mio
giro.